Vanir
Il singolare "Vanr" e il plurale "Vanir" sono verosimilmente legati a un'origine indoeuropea che denota il concetto di "tendere" o "aspirare," assumendo quindi i significati di "desiderare" e "amare." Questa radice si ritrova nel sanscrito con "vanati," indicante l'amore, nel nome della Dea romana Venere, e nelle lingue germaniche come il gotico "winja" che si traduce come "pascolo," l'anglosassone "wine" e il norreno "vinr" che significa "amico."
Ciò che sappiamo sui Vani si basa principalmente sulle figure di Njørðr e dei suoi figli, Freyr e Freyja. Questi tre Vanir sono dispensatori di ricchezza, patroni della fecondità, del piacere e della pace, con legami profondi sia alla terra che al mare. Un nome vanico noto è Gullveig, che significa "potenza dorata," associata all'introduzione degli Æsir alla valore dell'oro, contribuendo alla nascita dell'avidità e della bramosia di ricchezze.
I Vani sono anche noti per la loro conoscenza delle pratiche magiche e delle capacità divinatorie. Quando Freyja si unì agli Æsir, insegnò loro quest'arte, originariamente praticata soprattutto dalle sacerdotesse. Questa magia coinvolgeva comportamenti considerati sconvenienti per i maschi, come il travestitismo e l'omosessualità.
I Vani, caratterizzati dalla ricchezza, bellezza, desiderio sensuale e amore, sono divinità omogenee legate alla terra, alla fecondità e all'accrescimento delle ricchezze. A differenza degli Æsir, non sono divinità guerriere; anzi, il gesto simbolico di Freyr che cede la sua spada per amore sottolinea questa differenza.
L'opposizione tra Æsir e Vani emerge quando i Vani sono associati alla terra mentre gli Æsir sono considerati signori del cielo, evidenziato nell'episodio in cui alcuni Vanir osservano la Dea Gná degli Æsir che cavalca attraverso l'aria, sottolineando la distinzione tra il regno terreno dei Vani e il dominio celeste degli Æsir.